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CHAGALL MARC
CHAGALL MARC, Il flauto magico, Donzelli
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In occasione dell’apertura della sua nuova sede al Lincoln Center, il Metropolitan di New York propose a Marc Chagall – divenuto ormai newyorkese d’adozione, da quando negli anni della guerra si era trasferito nella Grande Mela – di consacrare il suo rapporto con la città e con la musica, dipingendo due grandi murales per la Hall del teatro, e disegnando le scene e i costumi per l’opera che ne avrebbe suggellato l’inaugurazione: Il flauto magico di Mozart

Chagall si mise febbrilmente a lavorar e a quella che sarebbe rimasta una delle sue realizzazioni più importanti. I due dipinti di grandi dimensioni, Le fonti della musica e Il trionfo della musica, inaugurati nel 1966, campeggiano ancora nella sede del grande tempio della lirica newyorkese.

I disegni e le scene per i costumi del Flauto magico riempirono dei loro incontenibili colori la produzione dell’opera, che debuttò con un memorabile successo il 19 febbraio 1967. I bozzetti originali di Chagall sono ora conservati al Centre Pompidou di Parigi. Si tratta di 47 schizzi, realizzati con tecnica mista, spesso incollando piccoli campioni del tessuto prescelto, e riportando ai margini, a matita, appunti, notazioni, misure. Sono materiali che rappresentano una testimonianza veramente unica di sensibilità e fantasia creativa, come potrà constatare il lettore di questo volume, che per la prima volta al mondo li riporta tutti insieme alla luce.

L’incontro del genio della pittura con il genio della musica non potrebbe essere più felice. «Tutto sulla scena sembra sospeso – ebbe a scrivere un estasiato critico musicale, il giorno dopo la prima –, nulla poggia per terra. Tutto galleggia in un tripudio di colorata leggerezza». Ma le magiche sorprese di questo Flauto non si fermano qui: pochi, anche tra i melomani più accaniti, ricordano che il libretto dell’opera mozartiana si ispirò alla fiaba Lulu o il flauto magico, pubblicata nel 1789 da un grande favolista tedesco, August Jakob Liebeskind: un classico racconto di fate e di maghi, considerato «pericoloso» dal potere imperiale asburgico e perciò censurato.

Il libretto scritto da Schikaneder nel 1791 riprende coraggiosamente quella fiaba troppo «popolare» e, con una geniale trasposizione, nel passaggio dal primo al secondo atto, ne trasforma il significato, facendola divenire la grande parabola dell’iniziazione massonica che introduce i protagonisti Pamino e Tamina allo splendore della conoscenza, mentre i loro omologhi popolari, Papageno e Papagena, rimarranno beati nella propria ingenua piccola felicità.

Il lettore potrà qui trovare la traduzione italiana integrale della fiaba, e del libretto dell’opera, di cui è riprodotto anche l’originale tedesco. Con questa gemma – che fa seguito alle Favole a colori (le fiabe di La Fontaine, 2009), al Paradiso a colori (il libro della Genesi, 2010) e alle Mille e una notte a colori (2011) – i lettori della collana di «Fiabe e storie» si impossessano di un’altra grande narrazione per immagini firmata da Marc Chagall, un artista che ha avuto una così grande consapevolezza del suo genio da non esitare a metterlo a servizio delle espressioni più alte della letteratura e della musica di ogni tempo.
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Data ultimo aggiornamento: Lunedi' 10 dicembre 2012