Il volume propone uno dei capolavori di Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading (1898, qui nella nuova traduzione di Federico Mazzocchi), e che rappresenta in qualche modo il corrispettivo poetico del celebre De Profundis (1895).
Ma il fascino di questo capolavoro in versi non sta soltanto nel soggetto – il tempo lento e tragico dei lunghi giorni di prigionia –; la forma infatti ripropone uno dei generi più tipici e originali della poesia di lingua inglese, la ‘ballata’, e certamente deve non poco a ll’influenza di quel capolavoro assoluto che furono le Rime del vecchio marinaio di Coleridge. Ed è senz'altro vero quanto sosteneva Richard Ellmann, forse il massimo biografo di Oscar Wilde, a proposito di questa ballata, e cioè che "una volta letta, non si dimentica più". Tra fama e scandalo, tra arte e vita, si compiva così il destino di una delle più importanti figure della letteratura di fine Ottocento. | |
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Data ultimo aggiornamento: Sabato 3 dicembre 2011 |