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CURTI MIRIAM
La conceria dei Fratelli Colle
CURTI MIRIAM, La conceria dei Fratelli Colle
Autore:
CURTI MIRIAM
Titolo:
La conceria dei Fratelli Colle
Descrizione:
Tra storia e imprenditoria bellunese
Editore:
TiPi Tipografia Piave Edizioni
Data di edizione:
agosto 2017
Pagine:
190
Dimensioni cm.:
17x24
ISBN13:
9788898639601
Codice:
297569
Collana:
0
Prezzo:
Disponibilità:
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Dati aggiornati a agosto 2017
12 - 258 230
Lingua
Italiano
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CURTI MIRIAM, La conceria dei Fratelli Colle, TiPi Tipografia Piave Edizioni in campedel.it
Descrizione
Tra storia e imprenditoria bellunese. La conceria dei fratelli Colle è un volumetto che propone la storia quasi millenaria di una famiglia, ma anche l’attività conciaria che per quasi seicento anni ha interessato con esiti e sviluppi alterni il territorio della nostra provincia. Sono stati oggetto di trattazione soprattutto l’Ottocento e il Novecento in cui si sono verificati sviluppo e decadenza della conceria Colle, ma anche di molte altre attività similari di cui si tratteggiano problematiche e difficoltà.

Prefazione di Paolo Fabris
Quasi mille anni di storia e la famiglia Colle c’è ancora. Questo potrebbe essere il sottotitolo della ambiziosa opera di Miriam Curti che ripercorre, in maniera approfondita e puntuale, l’evoluzione del ceppo originario e molto robusto dei Colle di Cesana dalla loro origine fino agli eventi che hanno caratterizzato la sua linea di imprenditori e professionisti negli ultimi due secoli, giungendo ai giorni nostri.

Non si tratta di un semplice recupero di un passato luminoso, ma della vera e propria presenza del passato nel presente; una chiave di lettura per rimarcare come le radici profonde non gelino mai e come la storia famigliare di ognuno di noi è sempre presente nei gesti, nei modi di vivere e nei nostri comportamenti.
L’origine del castello di Cesana si perde nell’alto medioevo. Quel che è certo è che nel 1159 Federico Barbarossa, per premiare Adamo Bonverso, Vescovo di Feltre, lo investì della Contea di Cesana. Nel 1171 l o stesso Adamo Bonverso fece dono della Contea a Guglielmo Camposampiero detto Tempesta, per sdebitarsi dell’aiuto militare ricevuto da costui nello sbarazzarsi da alcuni nemici.
Successivamente, nel 1174, il Tempesta, cedette la predetta Contea di Cesana ai tre fratelli Gabriele, Albertino e Satillo da Zumelle, castello vicino a Cesana, che erano già stati investiti dall’Imperatore dei feudi di Salce e San Bartolomeo in Calce.
Questi tre capostipiti diedero origine ai tre Colonnelli di tre stirpi che da quel momento così si cristallizzarono: i Vergerio, i Colle e i de Mozzi, i quali sin da subito si vincolarono a conservare nella loro discendenza in perpetuo la Contea.
Seguì alle famiglie Vergerio, Colle e de Mozzi l’investitura del 1311 da parte di Enrico VII, e così, successivamente svariate riconferme ai discendenti di queste tre prosapie, l’ultima della quali documentata è quella del 1796, anno in cui la Repubblica Veneta formalizzò la successione nei diritti feudali a Francesco Livio di Vettore Colle (dal Col).
Se Colle, Vergerio e de Mozzi sono le tre grandi famigli sin dall’origine feudatarie di Cesana, va evidenziato che la Serenissima investì altre famiglie di un carato giurisdizionale del Contado di Cesana, ciò in forza di acquisti fatti dal Pubblico Erario o di aggregazione al cosiddetto Consorzio comitale, previo assenso del Senato.
Il ramo dei Colle oggi ancora vivente ha saputo mantenere alto il vessillo della propria posizione sociale, seppur attraverso alcune traversie e ondulazioni fra momenti di fasto e periodi più sfortunati, giungendo a ricoprire un ruolo di primario livello nel proprio settore di attività imprenditoriale durante la cosiddetta seconda rivoluzione industriale.

Facendo un salto in avanti si prende atto che nell’Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana, edito dalla Consulta Araldica del Regno, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 1922, risultano riportate, perché con ogni probabilità estinte le altre, le sole famiglie Colle e Vergerio, fra le antichissime, e Agosti, Combi, De Pluri, Gaspari, Ferarri-Bravo, Maffeis e Zuppani, fra le beneficiarie di infeudazioni successive alle primordiali.
L’Elenco delle “Famiglie Nobili delle Venezie” edito dalla Associazione Nobiliare Veneta del Corpo delle Nobiltà Italiana nel 2000, che è il più meticoloso e recente censimento della nobiltà veneta, comprende le schede delle famiglie Vergerio (due rami: il primo già iscritto negli elenchi ufficiali della nobiltà italiana e il secondo riconosciuto nel titolo di Conte di Cesana per provvedimento della Giunta Araldica Centrale del Corpo della Nobiltà Italiana del 1966); Combi (anche in questo caso due rami: il primo già iscritto negli elenchi ufficiali della nobiltà italiana e il secondo riconosciuto nel titolo di Conte di Cesana per provvedimento della Giunta Araldica Centrale del Corpo della Nobiltà Italiana del 1992); Ferrari-Bravo e Zuppani.

Molte sono le informazioni raccolte in questo libro sui Colle, anche se di diverso spessore, talora del tutto nuove e inedite, talora riprese da saggi di passati eruditi e genealogisti ma arricchite da un nuovo spoglio di documentazione archivistica rintracciata ed esaminata di prima mano dall’autrice la cui profondità e accuratezza delle ricerche è già nota avendo trovato riscontro oggettivo nel completo lavoro “Famiglie Nobili di Belluno”, edito nel 2015, e ormai considerata opera di riferimento fondamentale nello studio dei ceti dirigenti del bellunese.

La ricostruzione del filo genealogico effettuata da Miriam Curti, spogliando archivi ecclesiastici per fedi di battesimo, matrimoni, atti di morte, e incrociando i dati canonici con le risultanza degli archivi storici di matrice pubblica quali archivi di stato, notarili e comunali, consente alla autrice di difendere, generazione per generazione, la bontà di un albero che dagli attuali rappresentanti del casato rimonta sino alle generazioni dei conti Colle del XVII secolo che si fregiavano legittimamente del titolo quali discendenti degli originari signori di Cesana.
L’augurio e che l’opera circoli non solo tra le famiglie dell’aristocrazia veneta e non, ove si colloca naturalmente, in modo che si colga che la storia famigliare è patrimonio culturale comune e parte viva e integrante della nostra storia nazionale.
Ne segue un invito: quello a continuare a presentare ricerche monografiche su singoli casati del contesto bellunese, sui loro intrecci di parentele e alleanze, con ricchezza di spunti e suggestioni, come in questo volume, per seguire, anche in ambiente locale, lo sprone ad una raccolta monumentale come quella promossa da Pompeo Litta Biumi (1781-1852) che con l’ausilio di alcuni validissimi e infaticabili collaboratori diede alla luce, in un arco più che ventennale, la rassegna delle “Famiglie Celebri Italiane” che resta la pietra miliare di riferimento per ogni studioso o anche solo appassionato di genealogia e storia dei vari patriziati italiani.






L’autrice
Dopo la tesi di laurea su “Lo spopolamento montano nella provincia di Belluno”, Miriam Curti si è impegnata ad approfondire varie problemat iche locali, pubblicando numerosi articoli e saggi su giornali e riviste. I suoi libri più significativi, scritti in collaborazione con altri studiosi o frutto solo del suo lavoro, sono: Le chiese comparse nelle pievi di Mel Trichiana e Lentiai (2007), Le confraternite a Mel Trichiana Lentiai e Villa di Villa (2011), Stemmi e antiche famiglie di Mel (2012), La parrocchia di san Donnino e le sue chiese (2013), Famiglie nobili di Belluno (2015), Tesori d’arte nelle chiese del Bellunese. Sinistra Piave (2016) .
Scheda creata Venerdi' 25 agosto 2017

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