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Doerr Anthony
Tutta la luce che non vediamo
Doerr Anthony, Tutta la luce che non vediamo
Autore:
Doerr Anthony
Titolo:
Tutta la luce che non vediamo
Descrizione:
premio Pulitzer 2015
Editore:
Rizzoli libri
Data di edizione:
ottobre 2014
Pagine:
509
Dimensioni cm.:
14,5x22
ISBN13:
9788817077255
Codice:
275456
Collana:
Rizzoli Scala stranieri 0
Prezzo:
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Italiano
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Doerr Anthony, Tutta la luce che non vediamo, Rizzoli in campedel.it
Il giudizio del libraio: OTTIMO!
Tutta la luce che non vediamo, di Anthony Doerr, Rizzoli editore. Qualcuno ha scritto che il libro si presenta come un ineccepibile documentario degli orrori della seconda guerra mondiale. Ci pare non sia così. Anthony Doerr, laureato in storia, costruisce invece i prodromi degli orrori nazisti dall’educazione impartita ai giovani tedeschi: premio Pulitzer giustamente meritato.
E’ una storia che cammina con Marie-Laure LeBlanc, giovane ragazza francese cieca fin dall’infanzia, e con Werner Pfennig, coetaneo tedesco, con una precoce predisposizione per la meccanica e l’elettronica, cresciuto nell'orfanotrofio di una comunità mineraria, una storia che parte dalla povertà assoluta in cui era precipitato il popolo tedesco, il padre di Werner muore in miniera e termina con la disfatta germanica e la distruzione da parte degli alleati di Saint-Malò in Francia.
Si diceva dell’educazione imposta ai giovani tedeschi, un esempio a pagina 142:
"Vi spoglierete di ogni debolezza, codardia, esitazione; diverrete una cascata, una raffica di pallottole, avanzerete tutti nella medesima direzione, al medesimo passo, per la medesima causa. Rinuncerete ad ogni mollezza; non vivrete che di dovere; respirerete patria e mangerete nazione.
Capito bene? I ragazzi urlano sì."
(…)Pag. 143 "Ognuno di loro è un globo di creta, e quel vasaio grasso e lustro che è il comandante sta modellando quattrocento vasi identici"
Non ci stupirà allora se a pagina 167 un collaborazionista francese dirà: "Sembra che abbiano tutti una meta e non dubitano che sia quella giusta. Una cosa che al suo Paese manca"
Non sono solo parole. In quella scuola dove confluiscono i ragazzi più dotati del Paese, la debolezza fisica, meglio il ragazzo più debole del momento, individuato dai colleghi, dagli stessi è battuto a sangue.
Poi l’educazione a dare la morte senza alcuna pietà, a infierire sui prigionieri.
Infine, ovviamente, l’educazione razzista. Pagina 117. "La seconda mattina ci sono le visite razziali (per l’ammissio ne all’Istituto di Educazione Nazionale). (…) un tecnico rileva la distanza tra le tempie, la circonferenza del cranio, la forma e lo spessore delle labbra. Con il compasso gli valutano i piedi, la lunghezza delle dita e la distanza fra gli occhi e l’ombelico. Gli misurano il pene. L’angolo del naso, il colore delle pupille".
Niente di nuovo per la nostra, di oggi, cultura contemporanea: da Hitler abbiamo imparato a pretendere bambini super intelligenti, belli, con gli occhi azzurri, senza malattie: diversamente è aborto, è eutanasia.
Ma andiamo alla storia.
È il 1934, a Parigi, quando a Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Ne ha dodici quando i nazisti occupano la città, costringendo lei e il padre a trovare rifugio tra le mura di Saint-Malo, nella casa vicino al mare del prozio. Attraverso le imposte azzurre sempre chiuse, perché così impone la guerra, le arriva fragorosa l'eco delle onde che sbattono contro i bastioni. Qui, Marie-Laure dovrà imparare a sopravvivere a un nuovo tipo di buio.
In quello stesso anno, in un orfanotrofio della Germania nazista vive Werner, un ragazzino con i capelli candidi come la neve e una curiosità esuberante per il mondo. Quando per caso mette le mani su una vecchia radio, scopre di avere un talento naturale per costruire e riparare questi strumenti di fondamentale importanza per le tattiche di guerra, un dono che si trasformerà nel suo lasciapassare per accedere all'accademia della Gioventù hitleriana, e poi partire in missione per localizzare i partigiani.
Sempre più conscio del costo in vite umane del suo operato, Werner si addentra nel cuore del conflitto. Due mesi dopo il D-Day che ha liberato la Francia, ma non ancora la cittadina fortificata di Saint-Malo, i destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.
Per finire.
Ci è piaciuta l’organizzazione del romanzo distribuito in capitoli brevi, quasi sempre carichi di tensione, con una scrittura asciutta e piacevole, forse qualche volta complicata dalla traduzione di alcune parole fatta con il dizionario, abbiamo letto di ettari di fieno da falciare, di alberi che eruttano i fiori, di freddo demente e tanto altro che la memoria non ha trattenuto.
Premio Pulitzer più che meritato. Un libro per tutti, per chi è giovane e per coloro che giovani si sentono.
Scheda creata Sabato 6 giugno 2015
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*** premio Pulitzer 2015



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