Descrizione | |
Il volume su Santo Stefano rappresenta un omaggio alla terza grande chiesa gotica di Venezia e a quanti hanno dedicato tempo ed energie per salvaguardarne il prezioso lascito: un messaggio affidato all'arte e intessuto nella Storia, che si cerca di offrire attraverso queste pagine con la forza e la suggestione di una visita svolta con l'attenzione della mente e lo sguardo dell'anima.
La chiesa di Santo Stefano si affaccia su Campo Santo Stefano con il fianco destro. In esso si aprono varie monofore ogivali e, nella campata centrale delle tre visibili da fuori, anche un portale laterale con cornicione marmoreo scolpito. La facciata appare molto più imponente di quanto lo sia poiché si affaccia su una strada molto angusta. Nella fascia superiore vi sono un rosone al centro e due bifore gotiche ai lati. In quella inferiore, in asse con la finestra centrale, si trova l'imponente portale, opera di Bartolomeo Bono che lo realizzò nel 1442 e caratterizzato da una lunetta in stile gotico fiammeggiante, il cui perimetro è decorato con volute. Ai due lati della lunetta, vuota al centro, si trovano due snelle gugliette a pianta ottagonale, mentre alla sommità dell'arco vi è una piccola statua marmorea raffigurante Gesù in trono. Interno La navata centrale, illuminata, oltre che dalle finestre della facciata, anche da finestre a lunetta aperte nel Settecento, è coperta da un soffitto a chiglia di nave, sorretto da travi incise che corrono parallele al pavimento della chiesa, a circa otto metri da terra. All'interno della chiesa si nota la grande lastra tombale che copre le spoglie del doge Francesco Morosini, il Peloponnesiaco, opera del 1694 di Antonio Gaspari e Filippo Parodi. Sopra la controfacciata si trova il maestoso Cenotafio di Domenico Contarini, morto nel 1526, che fu eretto dai discendenti solo nel 1650. L'abside poligonale, che è anche un ponte sotto al quale scorre un rio navigabile, è chiusa da una transenna marmorea sotto la qua le si trova l'altar maggiore. La sagrestia ospita quattro tele di Jacopo Tintoretto: Resurrezione, l'Ultima Cena, Cristo lava i piedi agli apostoli e l'Orazione nell'orto. Altro grande artista presente in questo stesso spazio è Antonio Vivarini con due notevoli opere: San Nicola di Bari e San Lorenzo martire. È presente anche la tela di Pomponio Amalteo con la raffigurazione del Battesimo di Cristo. Nel chiostro delle sculture spicca la stele funeraria a ricordo di Giovanni Falier op era del 1808 di Antonio Canova. Campanile Il campanile della chiesa, molto alto, di impianto romanico con cella a tre archi e sovrastato da un tamburo ottagonale, è caratterizzato da un'accentuata pendenza, che, pur non presentando particolari rischi, viene comunque continuamente monitorata. Nel 1904 venne consolidato dall'ingegnere Crescentino Caselli. | |
Scheda creata Venerdi' 14 novembre 2014 | |
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