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BRUNO FERNANDO
Giuseppe Dossetti
BRUNO FERNANDO, Giuseppe Dossetti
Autore:
BRUNO FERNANDO
Titolo:
Giuseppe Dossetti
Descrizione:
Un innovatore nella Democrazia Cristiana del dopoguerra
Editore:
Bollati Boringhieri
Data di edizione:
febbraio 2014
Pagine:
351
Dimensioni cm.:
14x22
ISBN13:
9788833925196
Codice:
266155
Collana:
Bollati boringhieri saggi 0
Prezzo:
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Italiano
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BRUNO FERNANDO, Giuseppe Dossetti, Bollati Boringhieri in campedel.it
Descrizione
«Se Dossetti avesse continuato a fare politica, la DC si sarebbe spezzata».
È l’explicit lapidario che Gianni Baget Bozzo, suo vecchio sodale, appose nel 1977 a una storia iniziata quattro decenni prima e conclusa da tempo.
Quando venivano scritte queste parole, Giuseppe Dossetti era ormai un monaco di sessantaquattro anni votato allo studio e alla preghiera, lontano dalla scena pubblica. Ma nell’immediato dopoguerra, da laico, fu il giovane protagonista di una stagione di rinnovamento che coinvolse le forze più vive del cattolicesimo politico italiano e il partito in cui, conflittualmente, cercarono rappresentanza.

Sembrava che di quel tentativo poi naufragato si conoscesse ogni singola mossa, ogni posizione in gioco, ogni retroscena.
Non è così.
Lo si scopre nel documentatissimo saggio di Fernando Bruno, che ha il merito di guardare all’intera vicenda da un punto di osservazione finora non abbastanza messo a profitto: la rivista «Cronache Sociali» (1947-51), organo politico quindicinale del gruppo dossettiano, ossia della sinistra democristiana nella sua espressione più alta e significativa.

Gli articoli di Dossetti, Lazzati, La Pira, Caffè, le grandi inchieste, l’osservatorio interno e internazionale erano modelli di un giornalismo civile, colto e incalzante, dove veniva allo scoperto l’alternativa alla leadership di De Gasperi.
Tra lui e Dossetti la distanza di temperamento, di cultura politica, di visione del partito e dello Stato non avrebbe potuto essere maggiore. Al tatticismo degasperiano risucchiato n ella «manovra governativa» e nel «patteggiamento di gabinetto», e sospinto a destra, Dossetti contrappose un’azione «formativa e suscitatrice, in strati sempre più vasti, di uno slancio collettivo vitale».
Le sue reiterate cooptazioni al vertice della Democrazia Cristiana, e le dimissioni che ogni volta ne seguirono, fino alle definitive del 1952, testimoniarono l’impossibilità di «agglutinare» due modi di intendere l’agire politico.
Sappiamo quale prevalse e con quali conseguenze
Scheda creata Venerdi' 28 febbraio 2014
La collana Bollati boringhieri saggi

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