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Dinosauri nelle Dolomiti – Recenti scoperte sulle impronte di dinosauro nelle Dolomiti A cura di Paolo Mietto, Matteo Belvedere, Mara Barbuni Basta chiudere gli occhi per un attimo, e con un po’ di fantasia possiamo vedere un paesaggio lontano: una spiaggia che si estende a perdita d’occhio, piccole onde calme che la lambiscono, un cielo azzurro puro, l’aria quieta di un clima caldo. Strane creature si spostano lente su questa scena: rettili volanti, rettili marini, e una moltitudine di animali terrestri che la scienza e la conoscenza impareranno a chiamar e “dinosauri”. Questo paesaggio favoloso è lontano nel tempo, ma è prossimo a noi nello spazio: esso è l’antenato del panorama che oggi, riaprendo gli occhi e rivolgendoli in su, rimiriamo nelle forme di Pelmo, Civetta-Moiazza, Tre Cime, Cinque Torri, Lagazuoi, Tofana e di tante altre indimenticabili sculture di roccia. Così inizia, con linguaggio didattico, il volume sulle impronte di dinosauri nelle Dolomiti, per raccontare come appariva 230 milioni di anni fa il territorio occupato oggi dalle nostre Dolomiti e come l’evoluzione abbia trasformato sabbia e mare cristallino in una schiera di giganti di pietra. E poiché le fonti per una ricostruzione della storia geologica sono i fossili, il libro segue le tracce dei resti paleontologici che sono sparsi sulla pelle e nel cuore delle Dolomiti, insegnandoci a conoscere gli antichi animali che se li lasciarono alle spalle, a imperitura testimonianza del loro passaggio. I l volume descrive i più importanti siti ad impronte delle Dolomiti bellunesi, da quello che fu scoperto per primo (e fra i primissimi in Italia) sul Monte Pelmetto nei primi anni ’80, grazie al fiuto di un competente appassionato di montagna, Vittorino Cazzetta (premio “Pelmo d’Oro” alla memoria per la cultura, 2014) e allo studio conseguente del prof. Paolo Mietto nel 1985; a quello delle Tre Cime di Lavaredo, dove un masso con impronte apre il sentiero che dal Rifugio Auronzo porta al Locatelli, come a da re il benvenuto agli escursionisti, fino ai più recenti ritrovamenti in Val Pegolèra alle pendici dei Monti del Sole o presso Passo Giau o al Livinàl del Buss in Moiazza ecc. Non mancano cenni su siti di altre provincie, al Sass de la Crusc, al Settsass o sulle gallerie del Pasubio. Ma la notizia più importante è lo studio recente (sett. 2012) delle impronte rinvenute sotto la cima del Pelmo, a m 3040 ca., da 14 speleologi appassionati dell’Associazione di Esplorazioni Geografiche La Venta: le orme impresse da un dinosauro bipede su formazioni di Calcari Grigi sono anche le prime orme del Giurassico ad essere rinvenute sulle Dolomiti bellunesi (per ora le più alte in Italia e tra le più alte in Europa) e verranno ulteriormente analizzate. Questo da solo giustifica la riedizione del volume, esaurito, (1 ediz luglio 2012), che contiene chiare rappresentazioni fotografiche e grafiche di queste incredibili tracce fossili. | |
Scheda creata Giovedi' 9 agosto 2018 | |
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