Svanite le credenze nella liberazione definitiva dai mali sociali, siamo stati pervasi dalla sensazione che la nostra convivenza si svolga all'insegna di un egoismo dilagante Ma presto il buio viene sfidato da luci inattese, dalla percezione d'essere in realtà circondati lungo le nostre giornate da innumerevoli atti generosi, da un altruismo che prima avevamo ignorato Così la moderna filantropia volontaria è stata caricata di speranze estreme, teorizzata come seme fecondo di una umanità migliore Purtroppo questo ennesimo annuncio che "arriveranno i nostri" comincia a produrre delusioni Ma di cosa è fatta allora la generosità diffusa, organizzata o brada, che indubbiamente accompagna la vita collettiva? E' davvero un fenomeno nuovo? Può influire sulle scelte della politica? Queste pagine propongono un punto di vista che vuole difendere il bene delle azioni generose dell'ansia di affidare ad esse il fardello di un compito storico L'autore Bruno Manghi, sociologo e sindacalista, dagli anni novanta collabora come esperto e formatore con istituzioni e imprese. E' stato consigliere nel primo governo Prodi, attualmente è direttore del Centro studi CISL a Firenze Con Marsilio ha pubblicato Il tempo perso (1995) e I benestanti (1999) | |
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