La parola "feticcio" e la parola "fatto" hanno la stessa etimologia ambigua La parola "fatto" rinvia però alla realtà esterna, la parola "feticcio" alle credenze del soggetto Incalzati dalla necessità di tenere distinto il soggetto dall'oggetto e dunque la conoscenza, che è consapevolezza di tale differenza, dalla credenza, che la ignora, i moderni, secondo Bruno Latour, hanno tentato d'istituire un vero e proprio processo al feticcio Ma ora è arrivato il momento di smetterla di distinguere i feticci dai fatti, la conoscenza dalla credenza, il soggetto dall'oggetto, unendo le due fonti etimologiche nel "fatticcio", cioè la robusta certezza che permette alla pratica di passare all'azione senza mai credere alla differenza tra immanenza e trascendenza Ecco allora che il fatticcio può definirsi come "la saggezza del passare, come ciò che permette il transito dalla fabbricazione alla realtà; come ciò che dona l'autonomia che non possediamo" D'altra parte, scrive Latour, senza i fatticci gli uomini "sarebbero delle macchine, delle cose, degli animali feroci, dei morti" Bruno Latour, filosofo e antropologo, si occupa in particolare di sociologia della scienza Insegna da oltre vent'anni al Centre de sociologie de l'Innovation dell'Ecole nationale supérieure des mines di Parigi Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo Non siamo mai stati moderni Saggio di antropologia simmetrica (1995), La scienza in azione Introduzione alla sociologia della scienza (1998), Politiche della natura Per una democrazia delle scienze (2000) | |
La collana meltemi.edu | |
I libri dell'editore MELTEMI
Gli scaffali di Filosofia e psicologia I libri di Filosofia | |
© Libreria Campedèl - Piazza dei Martiri,27/d - 32100 Belluno telefono +39.0437.943153 fax +39.0437.956904 e-mail info@campedel.it | |
Data ultimo aggiornamento: Mercoledi' 25 marzo 2020 * Offerta valida 30 giorni (fino ad esaurimento scorte) |