Alcune poesie tratte dal volume di Luigi Gentilini
LA GUSELA
Dal braccio del gigante Schiara
sepolto in viscerali croste dolomitiche
s’alza nel pugno roccioso
l’indice puntato ad indicare lassù.
Acuto della melodia alpina,
contrappuntato nel diagramma
delle linee di vetta.
T’ha tornito il vento del Cadore
e temperato in punta
l’acque diluvianti dai cieli superiori.
Baluardo eremita, spoglio d’affanni,
al formicolar di nostre grevi vite
vegli benigno,
e per chi sosta e volge a te lo sguardo
sei un emmaus
d’insospettate emozioni.
In valle, prima del bagnar del Piave,
Belluno dispiega le sue pietre abitate.
E tu, amica Gusela,
da sempre parli di noi
al bronzeo angelo alato,
custode benigno nostro protettore
svettante sulla bianca torre sonora
di cattedrale, cuore del borgo antico.
Sei monito di speranzose certezze,
testimone d’amorose corrispondenze,
teso dito immutabile d’eterno saluto:
adDio.
PROVA
Dalle mani di mio padre
afferro l’aratro.
Traccio un solco.
Mi volto.
Delusione.
Non importa
- mi dice -
il prossimo
sarà più dritto.
AUTUNNO NEL BOSCO
Stillicidio da cupole frondose
di srotolanti navette colorate
dai gialli senesi ai rossi di bronzo.
Tremuli vortici silenziosi
in abbandoni rassegnati
al giunger del freddo
crudele aguzzino d’alberi ignudi.
Sen vanno le foglie stanche
nell’ultimo fremito d’ali,
l’azzurro si ricompone luminoso
graffiato da rami spogli
come mostruosa ragnatela.
Non so se la morte sarà così dolce
come questo pianto quieto
nel silenzio di cattedrale.
Quando verrà,
la mia foglia cadrà sulla tua
a ricominciare con parole di vento.
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