TANCON ILARIO

Lo scienziato Tito Livio Burattini

Università di Trento, Trento 2005, pp.193 , cm.16x21,5, ISBN 8884430917

 

"Lo scienziato Tito Livio Burattini (1617-1681) al servizio dei re di Polonia" è un nuovo lavoro relativo al personaggio di origini agordine che visse la maggior parte della propria vita nell’Europa Orientale, disitinguendosi in diversi campi, soprattutto in quello scientifico. L’autore di questo libro, pubblicato dall’ Università degli Studi di Trento, nella collana "Labirinti", è Ilario Tancon che, al personaggio Burattini, aveva dedicato la sua tesi di laurea, discussa alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo trentino. La pubblicazione, edita dal Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche diretto dal dottor Paolo Gatti, si compone di sei capitoli, più un’introduzione sulla Polonia dell’epoca curata dal professor Jan Wladislaw Wos, docente di Storia dell’Europa Orientale. Il libro, arricchito da un’ampia bibliografia, è un po’ la "summa" sulla vita e l’opera dell’illustre agordino al quale, finora, erano stati dedicati studi parziali.

Burattini fu scienziato, inventore, imprenditore, diplomatico. Geniale e versatile, in contatto con alcune tra le più belle menti d’Europa, fu il primo a chiamare ‘metro’ quella ‘misura universale’ che, a partire dalla fine del secolo XVIII, avrebbe sostituito i diversi sistemi di misurazione presenti in Europa. Fu anche il primo a dedicare al metro un’intera opera, la Misura Universale, appunto, e a scegliere un comune metodo per la generazione dei multipli e dei sottomultipli, individuata nella serie delle potenze del due, cioè nel calcolo binario. Anche se nella storia della scienza il suo nome è legato agli studi sul metro, Burattini spese tempo e fatica in diversi campi scientifici e tecnici: interessato all’ottica, realizzò vari tipi di lenti, costruendo anche microscopi e telescopi. Astronomo, fu il primo a scoprire le ‘macchie’ del pianeta Venere. Interessato al problema del volo, progettò e realizzò, nel 1648, una macchina per volare, il ‘dragone volante’. Elaborò sofisticati apparecchi idraulici. Del periodo iniziale della vita di Burattini si conosce pochissimo, quasi nulla. Si sa che nacque, probabilmente ad Agordo, nel 1617 e che trascorse la giovinezza a Venezia. A vent’anni lasciò l’Italia per recarsi in Egitto, paese nel quale rimase dal 1637 al 1641. Qui si dedicò allo studio delle lingue orientali e alla scoperta della antichità egizie, visitando piramidi e misurando obelischi. Entrò in contatto con il noto matematico, astronomo e archeologo inglese John Greaves. Si interessò, inoltre, degli aspetti naturalistici dell’Egitto, studiando, in particolare, il Nilo e le sue periodiche inondazioni.

Nel 1641 Tito Livio si stabilì in Polonia. Dopo un iniziale periodo di difficoltà, riuscì ad affermarsi come imprenditore, diplomatico, scienziato; riuscì ad arricchirsi e a diventare potente. Qui mise su famiglia e qui morì, povero e malato (sembra, addirittura, che mancassero i soldi per il funerale).

La prima e, molto probabilmente, la principale attività di Burattini in Polonia fu quella di architetto. In Italia non si è mai conosciuto niente di questo aspetto della vita di Tito Livio e lo studio di Ilario Tancon pone in rilievo proprio questo aspetto della multiforme attività di Burattini. L’attività architettonica di Tito Livio raggiunse livelli notevolissimi e fu al servizio di re, nobili e diversi ordini religiosi. Tra le diverse realizzazioni, citiamo: il Palazzo del re Giovanni Casimiro, il Palazzo di Andrzej Morsztyn, un famoso poeta e importante uomo politico, il restauro del Castello di Ujazdow, la Chiesa dei Carmelitani Scalzi .

Il lavoro di Tancon pone in particolare rilievo, oltre all’attività architettonica, anche quella diplomatico-militare di Burattini. L’illustre agordino, in particolare fu impegnato, durante l’invasione svedese, in missioni a Vienna e Firenze per cercare di ottenere finanziamenti da parte degli Asburgo e dei Medici. Nella guerra civile del 1665-1666, poi, milita nel partito regio contro quello dei nobili e nel 1672, all’epoca dell’invasione ottomana, lo troviamo "comandante di Varsavia".

Tito Livio fu anche responsabile del conio di monete. Svolse l’attività di "zecchiere regio" dalla fine degli anni ’50 alla fine degli anni ’60: un decennio, o poco più, durante il quale il suo nome diventa famoso in tutta la Polonia. E’ il periodo più esaltante di tutta la sua vita, quello nel quale raggiunge il massimo degli onori (tra i quali il titolo nobiliare), del potere e della ricchezza. Nello stesso tempo, però, questo è un periodo burrascoso: difficoltà e amarezze (tra le altre cose, un’accusa di malversazione) che segnano l’inizio di una parabola discendente che lo accompagnerà fino alla fine.

Diversi sono gli scritti opera di Burattini. Molti, però, sono andati perduti, impedendoci, così, di avere una visione più completa della sua vasta attività.

Discrittione di tutto l’Egitto: tale scritto fu steso durante il soggiorno africano o poco più tardi, fu sottratto a Tito Livio da predoni in Ungheria nel 1645. Potremmo considerarlo comprensivo di altri scritti, di argomento analogo e perduti anch’essi, che Burattini cita in diverse occasioni: Memorie, Osservationi, Discorso fatto sopra il Niloscopio.

Misura Universale: l’unico lavoro di Burattini che sia stato dato alle stampe. E’ un’opera di metrologia composta da sei pagine di proemio, quarantaquattro di testo e da quattro tavole illustrative. Fu stampata a Vilna, in Lituania, nel 1675, presso la tipografia dei Padri Francescani. Si tratta di una rarità bibliografica: si ha conoscenza, infatti, di soli tre esemplari, conservati : alla Bibliothèque nationale de France, alla Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele" di Roma e all’Accademia delle Scienze di Cracovia.

La Bilancia Sincera di Tito Livio Burattini con la quale per teorica e pratica, con l’aiuto dell’acqua non solo si conosce le frodi dell’oro e degl’altri metalli, ma ancora la bontà di tutte le gioie e di tutti i liquori. Realizzata una prima volta nel 1644 e poi nel 1645, tale opera è composta di 27 fogli e contiene 21 disegni esplicativi. Si conserva presso la Biblioteca Nazionale di Parigi (Fondo Italiano 448, Suppl. 496).

Il volare non è impossibile come fin hora universalmente è stato creduto. Quello che noi oggi abbiamo è un manoscritto non autografo, accompagnato da tre disegni, conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, tra le carte del matematico Roberval (Fondi Latini, Manoscritto 11195, ff. 55-61). Presso l’Archivio dell’Accademia delle Scienze di Parigi è stato rinvenuto un secondo esemplare manoscritto, contenente anche una riduzione planimetrica della macchina volante.

Informacya o mennicy szelągowej [Resoconto sulla coniazione degli scilonghi]: messo sotto accusa, per difendere il proprio operato come responsabile della zecca regia, Burattini scrisse questo opuscolo di trentadue pagine non numerate, senza frontespizio, senza note di stampa e senza luogo d’edizione. E’ scritto in polacco e corredato di alcuni documenti relativi alla gestione delle zecche. E’ conservato presso la Biblioteca Jagellonica di Cracovia (segnatura: 22414 III Mag. St. Dr.).