Autore: Serena Dal Borgo |
|
Versi come lucenti piume di luna, scritti con il ritmo del respiro
*
filo d’erba
teso
alto
nero.
Immagine franta.
con stellari fili
con fugaci membra
con miele nero
e poi sottili i soffi
sfumavano il ribollire
schiumoso del mare-fusillo,
per una Trieste un’ora da lì.
Vola il vento velato di piume.
Solo ora posso. Solo ora dormo.
E sottile il mare mi morde.
Sottile, tra sogni e sonno.
Sottile. In bianco disteso.
Dalla nota critica di Paolo Ruffilli
Serena, rotolando "su un / dove di ali", affida alla partitura e alla tela delle pagine il suo perfetto obliquo modo di poetare, quasi in absentia del se stesso, consegnato alle finissime geometrie del linguaggio. E tutto scivola in un "soffio / tra le / pieghe" e di nuovo riemerge e "come onda / di mare / trascorre / nel delfino / passare". Qui, ancora e sempre, desiderio e sogno, presenza e mistero, tornano in scena dietro al flusso e all’energia dell’amore. Un amore sceneggiato in un ciclo di piccole pitture zen, ciascuna ben serrata dentro la sua nobile cornice, eppure insieme mescolandosi nel più ampio quadro di insieme.
E-mail di un’amica
Torno dalla libreria con il libro di Serena in mano. Mi immergo, urto un passante. Sorrido, mi scuso. Leggo, sfoglio, vibro, mi soffermo, rileggo, sento suoni che si ripetono nella mia mente. Frammenti. Mentre respiro parole, suoni, pezzi di luna, irrompe il ricordo di un verso: "These fragments I have shored against my ruins". Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine. Perché proprio questo? Non so... Frammenti di poesia contro le rovine della banalità. Frammenti di luna contro la volgare proposta di vivere solo per il denaro. Frammenti di idee, di malinconie, di pensieri, contro le rovine dell'ebetudine che si sta impossessando del mondo. Frammenti di anima.