MARCO VENTURINO recensione di Raul Bucciarelli
Un libro davvero da leggere tutto d' un fiato. Questo romanzo costituisce la logica prosecuzione di quell' affresco memorabile che era stato "Cosa sognano i pesci rossi". L' autore, primario anestesista in un grande ospedale di Milano, questa volta cambia la prospettiva e ci offre una visione decisamente più personale e partecipata dei tormenti e delle contraddizioni di chi ha scelto la professione medica. Soprattutto di chi, di questa scelta, ha fatto l' unico scopo della vita calpestando senza pietà tutto il resto.... Per chi come me, fa lo stesso lavoro dell' autore (il medico anestesista-rianimatore), il libro è stato un riflettersi continuo nelle scelte, negli errori e in quelle miserie quotidiane che caratterizzano troppo spesso la il nostro lavoro che è da sempre caratterizzato da abnegazione, amore per il prossimo e perchè no, da qualche eroismo..... Il tutto raccontato dall' immaginario Prof. Valenti, che si presenta sottoforma di un io narrante umano, credibile e davvero inesorabilmente autentico. Il libro è straordinario sia per chi fa questo lavoro ogni giorno ma anche per chi non vive in prima persona la professione medica (soprattutto quella poco nota dell' anestesista-rianimatore) viene offerta una possibilità concreta di capire. Ma di capire cosa? la vicenda si presta a due diverse chiavi di lettura: il non addetto ai lavori, sicuramente al di là di quello che è la tragedia dell' "errore medico" di cui fin troppo si parla sui mass-media, riuscirà a capire meglio quello che si muove attorno e dentro la "classe medica", questo termine abusato e detestabile per tanti motivi.... La seconda chiave di lettura, sicuramente più vicina a chi medico è, ci dipana senza tregua il turbamento che nasce dalla consapevolezza dell' errore e di come questo con un meccanismo perverso di domino faccia crollare una intera esistenza.... Senza indulgenze e compiacimenti si riesce ad uscire dagli stereotipi del medico televisivo o comunque romanzato di cui i mass media ci hanno purtroppo riempito la testa. L' autore, con la sua lunga esperienza e con una sensibilità di scrittura che lo fa avvicinare per certi versi alla introspezione psicologica di Dostoevskij, pennella dei chiaroscuri davvero indimenticabili.
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