101% vera montagna

Presentazione

Luigi Brusadin
Consigliere centrale Club Alpino Italiano

Ho conosciuto l’autore di questo libro per mezzo dei resoconti delle sue imprese alpine, a me sempre apparse molto lontane per il loro alto livello tecnico ma molto vicine al mio modo di pensare l’alpinismo: vie classiche molto difficili in Dolomiti; nuovi impegnativi itinerari sui nostri monti, molto spesso in coppia con uno degli alpinisti nostrani più forti e tra i più continui della nostra generazione, Sisto Degan, caro amico dei primi anni del mio alpinismo. Salite ardue queste, caratterizzate da ambienti selvaggi e severi e da rocce che eufemisticamente definirei non sempre salde; ma anche audaci esplorazioni senza eguali in angoli remoti delle Dolomiti d’oltre Piave, che hanno fornito la materia prima con la quale redigere questo interessante lavoro di descrizione, in forma fresca e soprattutto appassionata. Questo è a mio avviso Paolo Beltrame. Nel presentare quest’opera di grande valore sulle "nostre" montagne più prestigiose, il gruppo Cime dei Preti-Duranno, mi compiaccio di fare alcune sottolineature riguardanti l’autore e la sua passione, la forma letteraria e la fotografia. L’uomo che va per monti e vi realizza se stesso non è nuovo al mondo alpinistico. In questo, Beltrame s’ispira a molti altri, li imita e tanti ne eguaglia. Ma in lui c’è il poeta che affiora e dipinge di colore le sue descrizioni. Le vie di roccia non sono uno sterile susseguirsi di indicazioni, nè un rompicapo da districare fra i mille anfratti di pareti che sono compatte solo all’apparenza. La prosa scorre con termini pittoreschi, con fraseggi ricercati eppur precisi nell’individuazione di luoghi, di particolari, di punti chiave. Nello scorrere della descrizione si sente l’infinito amore che lega l’uomo alla montagna, nella fluidità del racconto, nella leggerezza dei toni e nei pittorici quadri risultanti. E la fotografia? Ogni immagine è un’opera d’arte con una storia, certamente sofferta se si pensa alle fatiche affrontate per raggiungere il luogo giusto al momento giusto, all’alba o al tramonto; ed ancor più alle lunghe notti spese al computer, a conferir toni di colore il più possibile rispondenti al vissuto, ed ai mille e mille provini passati al setaccio per presentare infine solo quelli perfetti, senza sbavature. Ne risulta un lavoro sicuramente appagante per l’autore, ma anche remunerante per il lettore, che può ammirare fotografie mozzafiato, figure che raccontano con quali occhi Paolo Beltrame vede l’oggetto del suo sentimento profondo, la montagna, questa montagna.